Con il termine generico di lombalgia si indica la presenza di dolore a livello lombare; che può irradiarsi verso i glutei e la parte posteriore della coscia (lombosciatalgia) o quella anteriore (lombocruralgia).
La lombalgia è molto frequente e la sua incidenza aumenta con l’età, tanto che dopo i 60 anni colpisce più del 50% della popolazione.
Generalmente è diretta conseguenza di un’alterazione muscolo-scheletrica; molto più raramente dipende da una sofferenza degli organi interni (es. vie urinarie, pancreas, aorta addominale, prostata ecc…)
PERCHÉ VIENE IL MAL DI SCHIENA?
- processi degenerativi vertebrali come l’artrosi, o l’osteoporosi;
- deformazioni congenite o acquisite della colonna (spondilolistesi);
- processi infiammatori come la spondilite e l’artrite reumatoide;
- contrattura di alcuni muscoli come l’ileopsoas, il quadrato dei lombi, ecc…;
- processi infettivi;
- ernia del disco;
- tumori primitivi o metastasi localizzate alla colonna;
- malattie connettivali (es.fibromialgia);
- traumi o fratture vertebrali;
- alterazioni della postura;
- gravidanza (aumento di peso e variazioni della curva lombare);
- esiti di interventi chirurgici.
DOLORE ACUTO O CRONICO?
La lombalgia acuta tende a risolversi in un mese. Consegue quasi sempre a un evento ben identificabile come un trauma o uno sforzo fisico eccessivo; ogni elemento della colonna ne può essere colpito (disco, legamento, cartilagine…).
La lombalgia cronica dura oltre i trenta giorni; anche in questo caso può conseguire ad alterazioni anatomiche della colonna o a una contrattura muscolare. Normalmente il 10-15% delle lombalgie acute si trasformano in croniche.
COME FARE UNA CORRETTA DIAGNOSI?
Lo specialista chiederà al paziente da quanto tempo è insorto il dolore, se l’esordio è stato acuto o insidioso nel tempo, se è alleviato dal riposo e in quali momenti della giornata si presenta.
Valuterà altri parametri della vita quotidiana come la professione del paziente, l’eventuale sport che pratica e se il dolore è riconducibile a un particolare movimento. Si concentrerà poi sulla localizzazione del dolore e sulla sua eventuale irradiazione agli arti inferiori, tramite test specifici.
Nel caso lo ritenesse utile prescriverà eventuali indagini strumentali. Tra gli esami strumentali più utilizzati, la radiografia, la risonanza magnetica nucleare (RMN) la tomografia assiale computerizzata (TAC), la densitometria ossea (nel sospetto di osteoporosi), la scintigrafia ossea nelle metastasi e l’elettromiografia (EMG) per valutare il grado di compromissione neurologica degli arti.
COME SI CURA IL MAL DI SCHIENA?
Durante la fase acuta, in attesa di accertamenti per cercare l’esatta natura del problema, la terapia sarà volta a limitare o eliminare i sintomi.
In questa fase le terapie fisiche antalgiche (correnti, tecarterapia, laserterapia…) risultano utili per controllare i sintomi. Sarà molto importante insegnare al paziente alcune posizioni antalgiche.
Superata la fase acuta e identificata la causa della lombalgia, si potranno continuare, o iniziare, le terapie fisiche o manuali indicate. Molto utile l’apprendimento di esercizi e comportamenti da applicare nelle attività quotidiane per limitare lo stress meccanico sulle vertebre, riequilibrare le catene muscolari e acquisire una buona propriocezione. Tra i numerosi metodi ricordiamo la Back School, il Meziéres, il McKenzie e la Rieducazione Posturale Globale.
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